A dirla proprio tutta, si affetta pan co’ santi finchè si hanno le mani libere, prima che saranno tutte dedicate tra qualche settimana alla preparazione di cavallucci, ricciarelli, panforte e cantuccini vari.
Certe volte vorrei che tutte queste comodità sparissero, che l’ abbondanza fosse solo di cuore, mi costringo ad un po’ di rigore, a qualche rinuncia, non solo per parsimonia ma per gustare a pieno quello che c’ è in tavola quando è il suo momento. Solo così mi sembra di rendere quel piatto davvero protagonista.
Oggi potrei mangiare pan co ‘ santi ogni volta che voglio, che ci vuole? Eppure non voglio, perché ogni boccone non è una questiona di gola, è una questione intima di ricordi, di tazze di tè fumanti strette tra le dita intirizzite dal freddo, è quella dolcezza non eccessiva che quasi rappresenta un premio di mezza giornata, è la ricchezza delle noci e dell’ uvetta, la semplicità della pasta del pane, la magia dell’ autunno che piano piano farà spazio all’ inverno riempiendo la mia vita di nuovi colori e sapori.
Il pan co’ santi è una di quelle ricette che a casa si possono anzi si devono fare, che io quest’ abitudine a comprare le cose fatte proprio non la condivido. Ma la capisco.
Certo, oggi non preparo 20 pani e non li adagio sulle teglie che poi in processione si portavano al forno del paese come faceva la nonna, di pani ne preparo di meno, o almeno non tutti insieme!, ma lascio che il loro profumo invada casa, che i miei pomeriggi diventino più dolci, e sono felice perchè l’ autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore (Albert Camus).
IL PAN CO' SANTI | Print |
- farina 1 kg
- uvetta 300 gr
- noci sgusciate 500 gr
- olio EVO 1 bicchiere
- zucchero 100 gr
- lievito di birra 50 gr
- pepe
- acqua 400-500 gr
- tuorlo 1
- Sciogliere il lievito in un po' di acqua tiepida.
- Amalgamare la farina con lo zucchero.
- Impastare la farina con l' acqua.
- Incorporare l' olio, l' uvetta, le noci ed una macinata di pepe.
- Quando gli ingredienti saranno ben amalgamati dividere l' impasto in due.
- Coprire le pagnottine e farle lievitare per 2 ore circa in un luogo tiepido e al riparo da spifferi.
- Preriscaldare il forno a 180°.
- Spennellare la superficie dei pani con il tuorlo battuto.
- Infornare i pan co' santi per circa 40-50 minuti.
19 Responses to “Taste Of Tuscany : : IL PAN CO’ SANTI”
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Il sole autunnale è una meraviglia, ti riempie di luce senza farti male…e questo pane è uno splendore, viene davvero voglia di farne subito uno! Poi se ti riporta a dei ricordi cari non c’è proprio scampo,bisogna correre subito a impastare!
Buona giornata
Manuela
oh che bella cosa, è proprio come dici tu. il sole d’ autunno ti riempie di luce, dolcemente, una coperta luminosa… ed è ancora più bello sedersi su una panchina per un picnic o unamerenda improvvisata..
baci baci baci baciiiii
Toscana che vai.. usanza che trovi….non lo conoscevo. Pane ricco di uvetta, noci e poesia. Brava pici.
in effetti io e te siamo agli estremi della Toscana.. ma riusciremo ad incontrarci, lo so. e allora io ti porterò un pan co’ santi.. e tu qualche altra prelibatezza :O) siamo mangiatrici senza frontiere…
Condivido tutto (come al solito mi verrebbe da dire!). I piatti della tradizione vanno fatti e non comprati e soprattutto vanno gustati dopo qualche rinuncia per dar loro il giusto spazio e la giusta importanza. Buona giornata Signorina 🙂
comincio ad avere sospetto di una nostra separazione alla nascita :O) eheheh….
però sono fermamente convinta che rinunciare un po’ ci permette di apprezzare di più le cose, quelle che abbiamo, quelle nuove, quelle che desideriamo davvero.
bacisssssimi!!!!!
Penso che il pan co’ santi sia tipico della zona di Siena e delle tue parti, anch’io come Annarita non lo conoscevo fino a quando le mie cugine che abitano a Poggibonsi non l’hanno portato ad un pranzo di famiglia. E sono rimasta folgorata, è buonissimo. Mi ero riproposta di farlo, forse quando torno da Londra ci provo (anche se sarò terribilmente in ritardo!).
un bacio mia cara.
Chiara
eh ma tanto il pan co’ santi si mangia sempre e persino nei forni della zona lo trovi fino a che non si fanno largo con prepotenza i ricciarelli e i cavallucci :O))) dai dai trona da Londra che così ci incontriamo con l’ Annarita!!!!!! :O****
Tesoro che meraviglia! *_*
Lo sai che la penso come te in tutto e per tutto no? Ma sì, evito di ripetermi va 😛
Un bacio amica miaaaaa :*
io continuo a convincermene ogni volta di più. io e te avremmo dovuto pensare ad un gemellaggio di blog. sai come i paesini italiani con le città estere.. ecco.
ahahah.
un abbracciooone!!!!
Che cosa vera che hai detto, Sere…. ormai i panettoni compaiono nei negozi fin da ottobre e si vendono cavoli neri a luglio… ma così che gusto c’è?
ma che tristezza i panettoni a fine agosto. a parte che fa ancora caldo adesso che a me di mettermi sotto il sole cocente a bere burro fuso e rosicchiare spuntature proprio non viene voglia, ma i panettoni.. quando ancora mi avvicino carponi sfiancata dal caldo e con la lingua di fuori per l’ arsura al gelataio.. no. proprio no. tristezza……
In questo periodo sulla tavola non può davvero mancare questo pane ricco, profumato e peperino 🙂 E quest’anno, farlo col lievito madre è stata una soddisfazione ancora maggiore. Un bacione, buona giornata
aaaaaaaah caspiterina!!!!!!! col lievito madre ti sei cimentata!!!! grandissima sei!!!!
è vero, alla fine sono soddisfazioni che ti strappano un bel sorriso dopo la faticaccia :O)
un abbraccione!
che pensieri profondi! condivido! soprattutto il discorso sull’abbondanza e la rinuncia, il gustarsi le cose fatte con le proprie manine, senza per forza riempire il carrello del super… un abbraccio, ciao!
magari tutti la pensassero così.. sai quanti sprechi in meno che ci sarebbero?? evvabbè, nel nostro piccolo, coltiviamo rabarbarp, raccogliamo frutti di bosco e cerchiamo di salvare il pianeta… :O)
l’ho sentito nominare diverse volte ma non l’ho mai mangiato…dalle tue bellissime foto sembra molto goloso, quasi quasi mi cimento….Un bacione cara Serena…
uh Chiara!! davvero? bè, se ti cimenti allora sarò curiosa di sapere che ne pensi del risultato! un bacione tesoro!
Credo anche io che alcune pietanze vadano consumate solo in alcuni momenti dell’anno, altrimenti si perde la magia legata alle tradizioni ed ai ricordi. Mi piace da matti il tuo pane proprio per questo, perché é un modo per continuare a far rivivere momenti del passato, come un rituale che non si deve dimenticare.
Un abbraccio signora mia!