Loving People Through Food
Jan 142013
 

Chattanooga Choo Choo, Glenn Miller Orchestra

Che io tenga in grande considerazione i miei amati pici, bè questo proprio non è un mistero..

Eppure da quando esiste il blog ci sono stati i pici con le briciole, i pici con le castagne (neanche a dirlo….) e naturalmente i pici all’ agliata, ma mai così tanti pici come ce ne saranno nei prossimi giorni grazie alla Pat che ha vinto l’ ultima sfida dell’ MTC ed ha proposto i suoi Pici per la prossima.
Immaginate il momento di giubilo quando ho realizzato che avrei avuto l’ ennesima scusa per mettermi in cucina a tirare i pici.
I Pici sono la pasta tipica del mio territorio, del senese e della Val d’ Orcia, sono semplice impasto di acqua e farina, un goccio d’ olio e sebbene umili e poveri a me hanno sempre ricordato la festa, la domenica, la tavola apparecchiata per il pranzo con la nonna.
E’ così che a casa mia si mangiano i pici. Rigorosamente fatti a mano, per questo sono il piatto della domenica e dei giorni di festa in cui ci si regala qualcosa di speciale, il lusso di entrare in cucina, allacciarsi il grembiule ed affondare le mani nella pasta liscia e morbida, quando la luce che entra dalla finestra, la pasta stessa, e i pici finiti e conditi generosamente sembrano essere lì apposta per accoglierti.
I pici all’ agliata in modo particolare sono il piatto della memoria, la mia, quando giravo la chiave per entrare in casa dalla nonna e camminavo quasi in punta di piedi per non coprire coi miei passi la musica inconfondibile del mestolo di legno, dello sfrigolìo dell’ aglio nell’ olio, il profumo del pomodoro buono, l’ aria intrisa dell’ aroma di farina (sarà colpa dell’ essere nipote di una mugnaia ma io del profumo della farina sono innamorata)..
E’ così dunque che si condiscono i pici secondo tradizione, con il sugo all’ agliata, o con le briciole, condimenti fatti di pochi ingredienti, dei frutti della terra, di quello che si raccoglie nei campi, di pomodoro, di aglio, di pane raffermo fritto nell’ olio.
Tuttavia variare un po’ ogni tanto male non fa, così per l’ MTC ho pensato ai pici conditi con i prodotti tipici della mia terra, il cavolo nero toscano, buono dopo che ha preso il primo freddo, del rigatino di cinta senese e qualche nocciola tostata..
Buon appetito!

PICI CON CAVOLO NERO TOSCANO E NOCCIOLE
5.0 from 1 reviews
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Autore:
Tempo Preparazione:
Tempo Cottura:
Tempo Totale:
Ingredienti
  • 200 gr di farina 00
  • 100 gr di farina di semola rimacinata
  • 2 generosi cucchiai d’olio extra vergine
  • 1 pizzico di sale
  • acqua qb
  • aglio 2 spicchi
  • cavolo nero toscano 1 piantina
  • nocciole 50 gr
  • pepe
  • rigatino 1 fetta spessa
Istruzioni
  1. Il procedimento per i Pici di Patty:
  2. "Fate la fontana con le due farine miscelate. Versate l’olio, il pizzico di sale e cominciate a versare lentamente l’acqua, incorporando la farina con una forchetta. Attenzione al sale. Non esagerate perché questo indurisce la pasta.
  3. Quando la pasta comincerà a stare insieme, cominciate ad impastare con energia utilizzando il palmo delle mani vicino ai polsi. Se necessario, aggiungete acqua o farina.
  4. Piegate la pasta su se stessa come quando impastate la pasta all’uovo e non stirate mai troppo l’impasto per non sfibrarlo.
  5. “Massaggiate” con energia per almeno 10 minuti. Ricordatevi che la vostra “palla” di pasta è una cosa viva, dovete volerle bene.
  6. Dovrete ottenere una pasta liscia, vellutata e abbastanza morbida.
  7. Fate riposare una mezz’ora avvolta nella pellicola."
  8. Nel frattempo preparare il condimento.
  9. Tostare le nocciole al forno per pochi minuti.
  10. Pulire il cavolo nero e sbollentarne le foglie in acqua bollente fino a che saranno tenere.
  11. Scolare il cavolo e sminuzzarlo al coltello.
  12. In una padella far rosolare in un filo d' olio EVO il rigatino tritato e gli spicchi d' aglio.
  13. Unire il cavolo nero, salare e pepare.
  14. Unire 2\3 delle nocciole al condimento di cavolo nero.
  15. Procedere con i pici come indicato dalla Patty:
  16. "Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il matterello ad uno spessore di 1 cm. Con un tagliapasta o un coltello affilato, tagliate tante striscioline larghe c.ca 1 cm e coprite il resto della pasta con la pellicola affinché non si secchi.
  17. Cominciate a "filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno.
  18. Quando si tirano pici molto lunghi, la tecnica è quella di tirarli da un lato tenendo l'altra estremità con il palmo e piano piano allungandoli fino ad esaurire la pasta. Una volta tirato il vostro picio, fatelo rotolare nella farina di semola o di fioretto affinché non si appiccichi agli altri. Una pasta morbida e riposata si tira con estrema facilità. "
  19. Cuocere i pici in abbondante acqua salata e con un cucchiaio d' olio per non farli attaccare.
  20. Condire i pici con il cavolo nero e spolverizzare ogni porzione di pici con la granella di nocciole tostate tenute da parte.

Con questa ricetta partecipo al MTC di Gennaio:

Menu Turistico

La signorina Pici e Castagne

  21 Responses to “Taste Of Tuscany : : PICI CON CAVOLO NERO TOSCANO E NOCCIOLE”

  1.  

    ..e ti saran fischiate le orecchie, in questi giorni, a te… ma lo sai quante volte mi veniva da aggiungere “e castagne”, ogni volta che scrivevo “pici”? 🙂
    giochi in casa, stavolta: e quindi, ecco l’orgoglio, la fierezza, l’amore per la propria terra che diventano un ulteriore stimolo a fare bene, in un piatto che centra il tema, alla grande. Perfetta l’interpretazione, perfetta la territorialità, perfetta l’impostazione originale, con una ricetta che di tradizione non è e che pure grida “Val d’Orcia” da tutti i pori. Ho apprezzato la ricerca del sapore, i trucchi per valorizzarlo (l’aglio e il rigatino, su tutti), i giochi di consistenze e di contrasti, e anche la scelta di una cottura breve, per un ingrediente come il cavlo nero che di solito si associa al lento sobbollire delle zuppe. Un’interpretazione contemporanea, di un piatto di tradizione.
    Che dirti ancora, se non brava?

    •  

      Eh eh, si, un pochino lo ammetto. Figurati che persino io nel mentre che scrivevo il post mi sono dovuta trattenere dall’ aggiungere “e castagne”…
      Quanto alla fierezza, all’orgoglio toscano e all’ attaccamento viscerale alla propria terra,un giorno ti racconterò quante ne combina il mio babbo… Che addirittura l’ acqua si riportava da Piancastagnaio……….
      :0)))

  2.  

    Ogni volta che mangio i pici in Toscana, per dirla alla meridionale, mi scialo!
    Non ho mai provato a farli in casa, ma mi state facendo venire troppa voglia. Mi sa proprio che a breve vedrete i miei primi pici :o)

    •  

      Bada bene che i pici questo mese sono come il canto delle sirene…. Tira i pici Vale.. Tira i pici Vale…. Ti conviene arrenderti. :)))
      Sono curiosa di vedere i tuoi pici.. Poi vediamo chi è che si scialerá stavolta!!!! :))

  3.  

    L’esperienza della nonna, la facilità nel reperire gli ingredienti (seppure fuori sede), il nome del blog, insomma, la toscanità a tutto tondo, o meglio nella sua lunghezza ( quella dei pici).
    La semplicità che diventa gusto attraverso la passione e la tradizione.
    Fabio

    •  

      Lo posso dire che mai come in questo MTC ci ho l’ ansia da prestazione? Che sembrerà strano ma davvero i pici in casa nostra non hanno mai visto altri condimenti all’infuori di quelli citati all’ inizio del post! L’unico vantaggio è che si, potrei tirarmi anche con una mano sola e gli occhi bendati…
      Bacioni ad annalù!

  4.  

    Ricordo ancora dei pici con il sugo d’anatra mangiati in un ristorante a Cortona durante una gita con i miei tanto tempo fa…(mia sorella mi prende sempre in giro perchè quando parlo delle gite fatte da bambine mi ricordo sempre cosa mangiammo e associo la gita al cibo mangiato in quell’occasione). Da lì in poi quando li trovo nei menù non me li faccio scappare, se però devo essere sincera ancora non mi sono cimentata nell’ autoproduzione!
    Bel piatto!!
    buon inizio settimana
    Chiara

    •  

      Uuuh il ragù di nana…. Quant’ é che non ne mangio :(((
      È che qui bisogna attrezzarsi, e soprattutto cimentarsi……….
      Dai che sono pure facili, e poi te c’è li dovresti avere nel DNA.. Tipo che va solo attivata la funzione “pici”… Eh eh…

  5.  

    Ma che bontà!! Mai fatto i pici, ma mangiato sì (e altamente apprezzato pure, 😉 ) quindi grazie della ricetta dei pici e grazie della ricetta con il cavolo nero, tu come altro lo fai?? Per me, da veneta, è un po’ un mistero ma qui si coltiva facilmente e sarei curiosa di provare qualche ricettuzza collaudata 😉
    Un abbraccio

  6.  

    E io lo sapevo che tu eri contentissima!! 😀 Anche io, come Ale, non ho potuto far a meno di pensare a quel “e castagne” da aggiungere dopo “pici” ahahah!
    La tua proposta è stupenda, ma d’altra parte cosa potevo aspettarmi da te se non una meravigliosa interpretazione? 🙂
    Bonne soirée! Bisous ^^

  7.  

    Ma li avevi già fatti quelli con le castagne? 😉
    Comunque complimenti per questa tua versione, io li ho fatti ieri e me ne sono innamorata.
    Baci.

  8.  

    Ah che meraviglia leggere di pici in casa di Pici! Io lo so che dentro queste mura il picio è un re e sono felice che tu possa esprimere l’amore per il tuo territorio e la sua cucina attraverso un piatto che ami con tutto il cuore. In questa ricetta c’è scritto “Toscana” , c’è la firma e non è solo per la presenza del mio nobile decaduto preferito, Messer Cavolo Nero, ma per le sempre stupende atmosfere che pervadono i tuoi post. E’ un piacere leggerti. E sono certa che non è finita qui.
    Un bacione grande, Pat

  9.  

    Direi che sto mese è proprio la tua ricetta. Adoro il cavolo nero e mi piace il tuo piatto.

  10.  

    Che bel piatto, è così tuo, e allo stesso tempo è così legato alla tua terra… Che dolci i ricordi della tua nonna.
    Grazie per il bellissimo contributo!!
    Baci, Bucci

  11.  

    interessante l’abbinamento cavolo nero e nocciole! mi piace mucho!! 🙂

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